Originally published in Lorenzo Taiuti, in Corpi Sognanti. L'arte nell'epoca delle tecnologie digitali (Rome: Edizioni Feltrinelli- Collana Interzone, 2001), pp. 66-68.



TECNOLOGIE GENETICHE

Lorenzo Taiuti

La ricerca creativa si pone di fronte a una nuova e stimolante situazione.
Oltrepassare i confini di oggeti metaforici per costruire situazioni concrete, macchine complesse in grado di sviluppare dinamiche autonome.
Lavorare sull’ipotesi genetica porta ad izioni complesse come “Genesi” di Eduardo Kac, che “compone” sulla tavolozza del gene sintetico una fusione di materia e concetto. Traducendo in codice morse una frase della Bibbia, lo si trasforma in questa catena: batteri-plasmidi-radiazioni-uv: dalla combinazione di questi elementi si forma una coltura artificiale che mischia i codici: testuali, genetici, tecnologici, sottolineando come le distanze fra i vari codici si stiano riduzendo all’interno dell’onnicomprensivo codice digitale.
Ancora di Kac il progetto estremo e provocatoria della riproduzione di un cane dal pelo verde attraverso una serie di selezioni genetiche.
La creazione di nuovi “prototipi genetici” entrerà a far parte delle funzioni estetiche come lo studio architettonico nel Rinascimento? Inventare provocatoriamente modelli di animali transgenetici può diventare una “funzione d’artista?
E quali limiti si pongono a una esplorazione estetica dentro le biotecnologie?
Il rapporto con il nuovo e sconvolgente campo della ridefinizione della vita biologica ripropone il problema della funzione etica dell’arte e il confronto con ipotesi inedite del mutamento della realtà.
In parallelo con la ricerca sul corpo mutante che ha rappresentato il centro della ricerca delle arti plastiche negli anni novanta, le tecnoarti si collocano dentro la tematica del mutamento biologico con gli strumenti inediti dell’Hi-Tech. L’ingegneria genetica oggi lavora sull’idea di “Futuri Programmati” e sull’enorme campo di influenza creato da una futura economia basata su varianti genetiche.
“Corpo Postumano” rappresentato ed esorcizzato dalle arti plastiche durante questi anni si presenta complesso e minaccioso e l’utilizzazione di processi e elementi del campo biogenetico consente ai creativi di approfondire e partecipare e di sorvegliare quanto avviene.
Robot, cyborg, corpo reso “postumano” da una ingegneria genetica che già opera sulla deviazione, ricreazione, modificazione dei geni originali. Un’area che fa leva (al di là dell’ondata di emozione davanti ai primi sconvolgenti risultati) sulle forti pulsioni a superare i limiti del corpo, a migliorarlo, perfezionarlo e renderlo (naturalmente) non deperibile, immortale.
Si prefigura il passaggio dal robot come sostituto (ma anche come doppio), dal Cyborg come forma prostetica di tecnologie bio-meccaniche (ma anche come cross-over culturale) al corpo “ri-creato” e finalmente “creato”.


Back to Kac Web